di Francesca Sacerdoti – sacerdoti.francesca@gmail.com
Nel cuore di Saint Léonard, abbiamo avuto il piacere di incontrare Lisa Occhionero e Stefano Vani, che assieme ad un fantastico cast, rappresentano la mente, le braccia ed i cuori della divertente miniserie su YouTube “Gli Cumbare”.
Giunta quasi a conclusione della sua seconda stagione e con la terza già in via di sviluppo, la serie (ideata nel 2018) mette in luce dinamiche e caratteristiche di una famiglia italo-canadese e dei loro amici, tutto in dialetto italiano, lo stesso che rispecchia la contaminazione linguistica avvenuta in Nord America. «Volevo avere – ha raccontato Lisa – un’interazione autentica di una famiglia italiana con i loro amici e con elementi comici. Quindi, ciò che vedi adesso online si è sviluppato da questo concetto, e l’ho sviluppato ulteriormente aggiungendo altro cast per creare proprio quell’ambiente di famiglia e di amici.
Adesso stiamo andando in una direzione leggermente diversa, alla fine però il concept della serie è la cultura e la tradizione italiana, e l’interazione dei personaggi che attualmente vedi. Ho sviluppato la serie fino al punto in cui i personaggi possono interagire in maniera più comica ed ho voluto che gli stessi si relazionassero tra loro proprio come fanno gli italiani, come si salutano e le tradizioni che hanno».
Il cast
Questa interazione non avviene solamente davanti alla macchina da presa ma anche dietro grazie ad un eccezionale cast ed al legame che li unisce. A parte Lisa Occhionero, ideatrice, regista, attrice, sceneggiatrice e produttrice e Stefano Vani, assistente regista, attore, produttore, co-sceneggiatore, e soprattutto compositore di tutte le musiche (originali) della mini serie, troviamo: Sara Sabatini (attrice – creatrice del logo), Luigi Portaro (attore – promotore media ), Lia Gentile (attrice – promotrice social media), Tony Riccio (attore), Francesca Occhionero (attrice).
«Siamo amici», ha spiegato Stefano. «Ogni episodio cambia, alcuni possono avere più di un personaggio ma poi qualcun altro arriva, si creano storie divertenti, cercando di trovare le giuste interazioni che portano ad altre storie.
«La serie – ha aggiunto Lisa – è il frutto di un lavoro di gruppo. Non sono solo io, è il nostro team. È il cast che dona il “gusto” ed anima tutto quello che vedi, e non avrei potuto chiedere di meglio, perché quando mi riferisco allo spettacolo, non lo penso come solo mio, ma come nostro. È nostro, sono le nostre vite, le nostre tradizioni, i nostri valori che stiamo portando in scena, non solamente i miei».
Un’eccezionale spirito di gruppo che contribuisce anche al lato creativo, come spiega Stefano: «Siamo tutti coinvolti, ma -rispetto agli inizi della serie [N.d.R.] – si decide prima. Questa è la storia, se qualcuno ha qualcosa da aggiungere lo dice prima e se funziona lo aggiungiamo, ma prima che si vada sul set». Dunque, per lo più un lavoro collettivo che lega queste persone, che ricordiamoci, hanno anche una vita al di fuori della serie, come Lisa, agente immobiliare e modella e Stefano, musicista e con un impiego anche alle poste.
Il valore culturale
«Essendo cresciuto qui – ha spiegato Stefano in merito al valore culturale della serie – conosco bene come era la situazione prima. La generazione più giovane sta cambiando. È ancora molto italiana ma sta perdendo le parole. Parlo con i bambini, sono uguali a come eravamo noi solo che non parlano l’italiano quanto lo parlavamo noi. L’idea è veramente quella di mostrare come è la cultura in Nord America. Credo – ha aggiunto – che sia importante mantenerla, riderne e sorriderne e tenerla a mente perché ci sono così tante cose che non si notano più. Voglio essere sicuro che la gente comprenda il modo in cui siamo, la nostra cultura».
«Quello che spero di portare come elemento importante – ha continuato Lisa – è l’apprezzamento della tradizione e cultura italiana, i ricordi che abbiamo vissuto con i nostri nonni e di poterne creare di nuovi per i giovani d’oggi. Aiutarli a costruire sulle basi di ciò che noi siamo stati in grado di costruire in termini di tradizione per far loro apprezzare e rispettare i valori e la morale che ci sono stati insegnati perché credo che al giorno d’oggi si siano in qualche modo un po’ persi».