Arte e spettacolo
13:55pm11 Agosto 2020 | mise à jour le: 11 Agosto 2020 à 13:55pmReading time: 4 minutes

Suoni e atmosfere del Salento e del Mediterraneo

Suoni e atmosfere del Salento e del Mediterraneo
Photo: Foto cortesiaDa sin.: Massimiliano De Marco, Luca Buccarella, Federico Laganà, Michele D'Elia e Aldo Iezza

I protagonisti della Settimana Italiana di Montréal: il gruppo Kalàscima

Un nome da ritenere, non solo per la sua particolarità ma soprattutto per la sua qualità musicale. Stiamo parlando dei Kalàscima, una band che viene dal Salento, protagonista del concerto virtuale del 14 agosto, alle ore 21:00. Il gruppo si esibirà subito dopo Marco Calliari.

«Non potendo essere fisicamente presenti a Montréal a causa della pandemia – afferma il percussionista <Federico Laganà, portavoce, per l’occasione, del gruppo – abbiamo registrato un vero e proprio concerto “live” che speriamo possa farvi apprezzare le nostre proposte musicali».

 

Kalàscima, un nome affascinante e misterioso!

«È un termine – spiega Federico – che abbiamo creato noi. Abbiamo unito due parole in un antico dialetto, il “Grico”, che si parla in una decina di comuni dell’area del Salento e che ha la particolarità di essere l’unico dialetto del nostro territorio che non deriva dal latino ma dal greco. Fondamentalmente mescola il greco antico ai dialetti locali. In questo dialetto, la prima metà del nostro nome, “Kala”, deriva da “Kalos”, che in greco significa “bello”, e la seconda da “Ascima”, che deriva da “Askemon”, che in greco significa “negativo, brutto”. Kalàscima, quindi, è l’unione del bello al brutto, del positivo al negativo, il bene e il male insieme. Il Grico è una lingua che ha un fascino enorme per i salentini e che si innesta direttamente sulla grande cultura greca del passato».

 

Quindi il Salento come punto di partenza …

«Kalàscima – afferma – è nato nel 2001 come laboratorio con l’obiettivo di mescolare la conoscenza delle tradizioni musicali del nostro territorio, del Sud, e poi, con il tempo, di tutto il Mediterraneo, di mescolare questi elementi, gli strumenti e le tecniche tradizionali, con i linguaggi più moderni della musica attuale, con l’intento di far coesistere, su uno stesso palco, il tamburello con i sintetizzatori, la zampogna con la batteria, i “sample elettronici” con l’organetto. Un’opera sia di attualizzazione di alcuni linguaggi musicali che di ibridizzazione, perché siamo, allo stesso tempo, figli ed eredi di una certa tradizione ma anche figli degli anni 2000, di coloro che hanno conosciuto il rock e la musica elettronica. Abbiamo preso la musica tradizionale imparata dagli antichi maestri e abbiamo scelto di non lasciarla lì dov’è, ovvero nel mondo della semplice riproposta musicale, ma di cercare di darle un respiro internazionale».

 

Ci puoi presentare la band?

Siamo in 5: Michele D’Elia, il batterista, che gestisce la parte elettronica del live ma quando scende dal palco è anche il nostro produttore musicale. Aldo Iezza, che suona tutti i fiati del mondo, sia acustici che elettronici. Massimiliano De Marco, che si occupa delle corde, dalla chitarra classica, al mandolino. Luca Buccarella, che suona l’organetto, strumento fondamentale nella tradizione musicale italiana, l’armonica a bocca e altri strumenti in una chiave molto più moderna filtrati da effetti e gestiti dal computer che ormai è diventato uno strumento musicale centrale nella produzione di qualsiasi band del 2020. Ed infine il sottoscritto che si occupa di tutti i tamburi a cornice del Mediterraneo».

 

Cosa proporrete per il concerto di Montréal?

«Abbiamo deciso – continua Federico – di far vedere l’evoluzione del nostro percorso musicale. Siamo partiti “dall’embrione”, da brani che prevedono un suono ed un utilizzo di strumenti e tecniche molto tradizionali per poi compiere un viaggio attraverso tutte le esperienze musicali che abbiamo fatto, fino a quelle più moderne ed attuali».

 

Tradizione e modernità, dalla tarantella alla commistione di generi e linguaggi differenti…

«Proprio così. Nel momento in cui ne avveniva la riscoperta, abbiamo appreso il linguaggio musicale tradizionale della tarantella – prosegue Federico – ma fin da subito abbiamo cercato di renderla più attuale, per mantenerla viva e non suonarla come qualcosa di legato solo al passato. Non vogliamo contemplare le ceneri della nostra tradizione, ne vogliamo mantenere viva la fiamma, portarla insieme a noi nel nostro percorso senza mai discostarcene. Ne è un esempio il nostro ultimo singolo che si intitola “Mediterraneo express”, ascoltabile sulle nostre varie piattaforme, frutto di una collaborazione tra varie anime musicali ed espressione dell’unione delle culture attraverso la musica. Il nostro obiettivo, in fondo, è quello di riprendere queste musiche e di continuare a suonarle nel 2020 come nel 2021 o nel 2030».

Per informazioni sui Kalàscima: https://www.kalascima.it/

Per informazioni sulla Settimana Italiana: https://www.italfestmtl.ca/

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