Nell’incoraggiarvi a visitare la mostra “Chagall: colore e musica”, in corso al Museo di Belle Arti di Montreal fino all’11 giugno, vi invito a leggere la sua biografia e una corta analisi di una delle sue opere.
Olio su tela, 198 x 108,6 cm., New York, Solomon R. Guggenheim Museum. Solomon R. Guggenheim Founding Collection, by gift. © SODRAC & ADAGP 2017, Chagall ®. Photo The Solomon R. Guggenheim Foundation / Art Resource, NYCHA_0438
Marc Chagall naque il 7 luglio 1887 in Bielorussia. Nel 1907 lasciò la sua città natale per proseguire gli studi di pittura alla scuola di Belle Arti di San Pietroburgo. Nel 1910 si trasferisce a Parigi dove espone le sue opere per la prima volta nel 1914.
Pur essendo testimone dei movimenti artistici come il “Fauvisme” e il Cubismo, Chagall non aderirà a nessun movimento o scuola anche se il primo gli ispirerà il colore puro, allegro e luminoso mentre il secondo una certa scomposizione dell’oggetto. Nel 1914 ritornò a Vitebsk credendo di poterci restare solo per un corto periodo di tempo ma la Prima guerra mondiale gli impedì di tornare a Parigi. Durante il soggiorno forzato a Vitebsk fu nominato direttore della locale Accademia di Belle Arti. Nel 1919 partì per Mosca. Nel 1923 incontrò Ambroise Vollard, editore e mercante di libri, che gli commissionò cento incisioni per illustrare le Favole di La Fontaine. Nel 1937 prese la nazionalità francese per sfuggire all’antisemitismo in Europa centrale. Nella tarda primavera del 1941 fu arrestato e deve la sua salvezza al giornalista americano Varian Fry che gli consente l’accesso negli Stati Uniti.
Nel 1948 attraversa di nuovo l’Atlantico e si stabilì a Vence, in Francia. Dopo un suo viaggio in Israele, Chagall descrisse la Bibbia come “la più grande fonte di poesia di tutti i tempi” e dal quel momento consacra il suo lavoro artistico alla tematica biblica creando un imponente ciclo decorativo completato nel 1966 che poi l’artista donò allo Stato francese che decise di esporlo al Louvre prima di inaugurare, nel 1973, il Museo nazionale del messaggio biblico di Nizza. Chagall è deceduto in Francia nel 1985 all’età di 97 anni.
L’opera che più mi ha colpito in questa esposizione è “Il violinista”. Il musicista è dipinto al centro della tela, a dimostrazione dell’importanza che Chagall dà ai violinisti klezmer onnipresenti nella comunità ebraica. In quest’opera pittorica, dove Chagall stesso si rappresenta, l’autore gioca con i colori per vivacizzare il dipinto. Si nota infatti che i colori utilizzati per dipingere il violinista si ritrovano anche nel paesaggio. Con l’aiuto delle forme geometriche, Chagall scompone il paesaggio mettendo in evidenza lo spazio delimitato da alcune case, da un albero e da altri elementi ricorrenti nelle sue opere come l’uomo sospeso sopra le case.
Gian Carlo Biferali/Parliamo d’arte
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