di Margherita M Morsella, Avvocata – morsellamargherita@gmail.com
Se le donne guidassero il mondo, chissà se le guerre sarebbero meno presenti nella nostra vita. Sono le donne che danno la vita agli esseri umani e farebbero di tutto per non vederla tolta inutilmente.
In effetti le donne, se si riflette attentamente, sono una forza invisibile che cura i malati, educa i bambini, accudisce gli anziani e lavora nei servizi essenziali. Le donne allora creano e certo non distruggono.
Viviamo in un’epoca in cui la malattia e la guerra segnano la nostra esistenza. Un virus si è diffuso ed è venuto a mettere in crisi le nostre vite; ha smascherato un sistema di salute fragile e frammentato che non era affatto preparato per far fronte all’emergenza sanitaria; ci ha anche fatto capire che il mondo intero non aveva messo in buon ordine le priorità e che bisognava ricalibrare le nostre azioni per salvaguardare la sopravvivenza dell’umanità. Infine, ci ha aperto gli occhi per valorizzare tutti quelli che lavoravano nei servizi essenziali e che prima della pandemia, erano invisibili e mal remunerati.
Sfortunatamente, ancora prima di vedere la luce alla fine di questo orrore chiamato pandemia, ci siamo imbattuti con gli orrori della guerra in Ucraina.
Il mondo sostiene che occorre armarsi per sperare di ottenere la pace seguendo il detto latino “Si vis pacem, para bellum”. Che contraddizione! Tutti questi dirigenti che pensano di agire in nome del popolo sono solo degli uomini e ci stanno ingannando.
E se le donne guidassero il mondo?
Oserei dire che le priorità sarebbero quelle di superare l’ingiustizia sociale, la guerra, la malattia, la povertà e non di promuovere la corsa agli armamenti e l’affermazione del Potere.
Per le celebrazioni dell’8 marzo di quest’anno sono stati ritenuti degni di attenzione una moltitudine di temi tra cui: “abbattere i pregiudizi per liberarci da stereotipi e discriminazioni”; “l’uguaglianza di genere oggi per un futuro sostenibile”, tema delle Nazioni Unite; “riconoscere il potere economico e sociale delle donne”, tema del Consiglio sulla condizione delle donne
(Conseil du Statut de la femme); “ispirazione femminile”, tema del Governo del Canada; infine “il futuro è femminista”, del Collettivo 8 Marzo. Tutti avevano un unico obiettivo, quello di celebrare il progresso e lottare per un futuro migliore.
Ma il futuro sarà femminista?
Guardando il passato ed osservando il presente, davvero non ne sono molto convinta. Corrisponde abbastanza al vero affermare che esistono più donne presenti nelle stanze del potere quali i consigli di amministrazione come nei comuni (5 dei 10 più grandi comuni del Québec: Montréal, Longueuil, Gatineau, Sherbrooke e Saguenay hanno eletto donne come sindache); il Governo provinciale (le ministre Guilbeault, LeBel, Blais, McCann, Rouleau, Girault, tra le altre) e quello federale (Freeland, Joly, Anand, tra altre); l’Unione Europea (Ursula von der Leyen, Roberta Metsola), le Nazioni Unite.
Il nostro mondo in ogni caso è sempre diviso tra quelli che hanno e gli altri che non hanno. Una donna che vive in India oppure in Afghanistan, ad esempio, deve ancora nascondersi e non può proseguire i suoi studi né lavorare, se lo desidera.
Abbiamo dunque tanto realizzato in Occidente se nel resto del mondo ci sono esseri umani che soffrono e sono ancora invisibili? Ecco, chi non ha diritti ha bisogno del nostro appoggio e della nostra solidarietà.
Il futuro sarà un po’ più femminista quando le donne del mondo intero saranno libere e potranno decidere pienamente delle loro vite senza dipendere economicamente da nessuno, quando la povertà delle donne sarà superata e sradicata, quando il Femminicidio sparirà e lo stupro non segnerà più la vita delle donne.
Non dimentichiamo che nel 2021, nel Québec, “diciotto donne sono state uccise in un contesto di violenza domestica e che più di tremila donne al giorno sono costrette a soggiornare negli alloggi-risorsa per scappare da questa violenza” (fonte Elle Québec, marzo 2022). È vero anche sostenere che: “Ovunque, le donne prendono la parola, influenzano, agiscono. Legano il filo di un tessuto sociale spesso danneggiato. E più ancora hanno il potere dell’ambizione, quello di costruire”. (fonte Gazette des Femmes, 8 marzo 2022).
In effetti le donne sono un vero motore del cambiamento, danno la vita, ispirano e creano nonostante tutti gli ostacoli messi sul loro cammino; se il futuro, dunque, non sarà un po’ più femminista, una grande oscurità avvolgerà il nostro mondo e ci porterà alla catastrofe.
L’ottimismo ha avuto un duro colpo durante la pandemia e la guerra in Ucraina non incoraggia le nostre aspettative di serenità e di pace. Per altro è nei momenti peggiori della storia che gli ideali riprendono vita e che la resilienza, la perseveranza e la lotta delle donne potranno trionfare in un futuro femminista.
Le donne guidano i figli, le famiglie, le imprese, i commerci. Perché non potrebbero guidare il mondo? Tutti questi interlocutori attuali non riescono a negoziare la pace. Per fermare la guerra forniscono armi ed aumentano il budget per gli armamenti. Ciò è semplicemente scandaloso!
Artemisia Gentileschi, la prima donna ammessa all’Accademia d’arte del disegno di Firenze nel XVII secolo, fece allora un’affermazione su cui dovremmo ancora oggi riflettere: “Mostrerò cosa può fare una donna”, se solo gliene dessero l’opportunità!