Mettere in rete gli imprenditori italiani all’estero per dare un forte impulso all’imprenditoria italiana fuori dai confini nazionali, continuando a tenere alta la bandiera dell’Italia nel mondo in tutti i mercati, questo il proposito del MAIE.
Il Made in Italy nel mondo
Il Made in Italy è globalmente riconosciuto come un’eccellenza. Secondo il rapporto 2021 di Confindustria, il cosiddetto Bello e Ben Fatto (BBF) vale 135 miliardi di euro, con le esportazioni indirizzate per 114 miliardi di euro verso i mercati avanzati, tra i quali spiccano gli Stati Uniti.
Con il suo programma politico, il MAIE vuole dare il giusto riconoscimento e supporto agli imprenditori italiani all’estero, che hanno esportato questa eccellenza e il nome del Belpaese per il mondo intero.
Le potenzialità del mercato dei prodotti italiani continua a crescere, con un margine di miglioramento stimato intorno agli 82 miliardi di euro.
Allo stesso modo, il concetto stesso di Made in Italy si nutre non solo di un consumo, ma anche di una produzione al di fuori del territorio nazionale. Il BBF, infatti, viene alimentato e sostenuto dal contributo degli imprenditori italiani all’estero.
In questo contesto, bisogna sottolineare che gli incentivi per le attività degli italiani all’estero ci sono sempre stati: si tratta di apporti economici da parte dello stato che vanno a sostegno dell’imprenditoria italiana anche per quei progetti finanziabili all’estero.
Per dirla in parole più semplici, un imprenditore italiano che ha già una realtà imprenditoriale all’estero e vuole ampliarla o migliorarla, può accedere a tali fondi per avere dei contributi. Possono cambiare i metodi applicativi, certo, ma le potenzialità sono molteplici e vanno sfruttate.
Il MAIE, a questo scopo, ha messo in piedi un progetto che coinvolge le piccole e medie imprese sul territorio e, al contempo, stimola il tessuto imprenditoriale e sociale alla creazione di nuovi business. Come? Dando concretezza ad un’idea che si è fatta strada soprattutto durante il periodo della pandemia: il turismo delle radici.
Si tratta di incentivare una forma di turismo di rientro, che spinge i discendenti di italiani che vivono all’estero a visitare i paesi e i borghi dai quali è iniziata la migrazione della loro famiglia. Partendo da una joint venture, si sono messi in collegamento 22 borghi calabresi con le rispettive città di arrivo in Stati Uniti e Canada. Il MAIE fornisce alloggio gratuito e consegna loro il certificato di nascita del primo italiano emigrato della famiglia, documento fondamentale per richiedere la cittadinanza italiana.
Tale turismo va ad agire proprio su quel doppio binario economico-sociale di cui sopra: si innesca un’imprenditoria locale e si stimola quel sentimento di appartenenza alla terra d’origine, alla nazione italiana, che darà i suoi frutti nel futuro.
Fare rete per essere più forti
Tanto l’esperienza del Made in Italy, quanto quella del turismo delle radici, nel suo piccolo, riprendono un concetto fondamentale che con il MAIE cerchiamo di trasmettere in ogni punto del nostro programma: fare rete rende più forti.
Questo va interpretato sia sul piano locale, ridotto, delle comunità italiane presenti sul territorio estero, sia sul piano internazionale, dove le comunità vengono viste in stretta relazione tra loro, come rappresentazioni diverse di una stessa cultura originaria, quella italiana. Fare rete, quindi, e così facendo, costruire una maglia ancora piú stretta con il governo centrale italiano, da cui tutte le comunità devono sentirsi giustamente rappresentate.
In quest’ottica, il MAIE supporta il Sistema Italia, la nuova piattaforma gratuita creata da un gruppo di imprenditori con lo scopo di mettere in rete le aziende italiane che operano all’estero.
L’ideale sarebbe creare un Sistema Italia che inglobi non solo le imprese, ma anche le comunità. C’è da immaginare una connessione su scala nazionale e internazionale, che rappresenti non solo l’economia ma anche la cultura italiana nel mondo.
Tale progetto è tutt’altro che irrealizzabile. Il supporto in loco dei consolati, che va incrementato per numero e funzioni, e degli istituti italiani di cultura, sono un valido strumento da utilizzare a vantaggio. D’altra parte, come si diceva anche prima, è fondamentale il supporto dello stato centrale, che deve impegnarsi a dedicare maggiori attenzioni alle esigenze degli italiani all’estero e deve essere in grado di cogliere tutto il potenziale delle comunità residenti fuori dal territorio nazionale.