Il Vicepresidente del MAIE corre per un seggio alla Camera nella circoscrizione estero per America Settentrionale e Centrale
“Nel 1977 partì dall’Italia per dirigermi in Repubblica Dominicana per fare un lavoretto di tre mesi, con me avevo soltanto un diploma da ragioniere e una grande dedizione. Lì conobbi un tecnico della Olivetti che alla conclusione di questa esperienza lavorativa mi disse, quando stavo per rientrare in Italia: sei sicuro di voler rientrare in Italia? In questi Paese emergenti c’è bisogno di gente come te.”
Comincia così la storia personale di Angelo Viro, il candidato del MAIE alla Camera per la circoscrizione estera dell’America Settentrionale e Centrale.
Dalla Olivetti, la grande azienda italiana simbolo nel mondo di una gestione pionieristica, alla multinazionale statunitense 3M, un colosso dei multiservizi, fino alla fondazione di CerArte, l’azienda ormai di famiglia creata quando aveva solo trent’anni che adesso conta anche sulle due società gemelle CerarTec e Ceteca.
Il primo impegno politico
Si presenta così la traiettoria professionale di Angelo Viro, che si descrive come appassionato di numeri, sfide, calcolo e ponderatezza. Parallelamente si costruisce e resiste la passione e l’impegno politico:
“Erano gli anni ‘70 quando la DC aveva iniziato a corteggiarmi, ma non sono mai stato amante della politica italiana e all’epoca preferivo concentrarmi sul lavoro. Da qui la decisione di partire per la Repubblica Dominicana, per allontanarmi. Ma è stato proprio in Repubblica Dominicana che ho riscoperto la politica intesa come strumento al servizio degli altri, in particolare al servizio degli italiani all’estero”, racconta il Vicepresidente del MAIE Angelo Viro.
Mentre continua a lavorare nelle aziende di famiglia, Viro prende a frequentare i circoli di italiani in Repubblica Dominicana, dove inizia ad entrare in contatto con le storie personali degli emigrati italiani.
Nel 2013, in seguito alla chiusura dell’ambasciata italiana in Repubblica Dominicana, prende avvio la lotta di Angelo Viro in difesa dei diritti dei suoi connazionali residenti nello stato caraibico.
“Una storia di 119 anni stracciata su due piedi, mi sembrava un’ingiustizia. Ricordo che al tempo, assieme ad altri 7 amici, investimmo tutto il nostro tempo e copiosa parte del nostro denaro per voli verso Roma, alla Farnesina per convincere il governo italiano a riaprire l’ambasciata per non abbandonare decine di migliaia di italiani”, racconta Viro. “Per passaporti e documenti bisognava andare a Panama e questo, ovviamente, rappresentava un problema per la maggior parte delle persone. Chi aveva i soldi per viaggiare andava, altrimenti gli altri restavano a piedi.”
La battaglia per l’ambasciata italiana culmina con una denuncia contro lo stato italiano portata davanti al Tar e poi vinta. Ma la vittoria lascia presto spazio ad un senso di ingiustizia e disagio interiore provati nel vedere che la politica italiana stava chiudendo le sue porte davanti a migliaia di connazionali.
Angelo Viro sul MAIE: rappresenta davvero gli italiano all’estero
Ed è allora che il MAIE lo cerca: “Mi hanno corteggiato per otto mesi, ma io non volevo più avere a che fare con la politica. Pensavo alla mia comunità, alle aziende che avevo da gestire, alla mia famiglia. Poi però compresi che in realtà, tutto quello che eravamo riusciti a costruire, ci permetteva di essere la comunità italiana della Repubblica Dominicana, la comunità italiana del centro America. E tutto questo andava difeso, per chi c’è ora e per chi verrà dopo”, racconta Viro.
La politica del MAIE, fatta da italiani che risiedono all’estero e per gli italiani che vivono all’estero, è l’unica che può combaciare con quel senso di giustizia risvegliato pochi anni prima. Il compromesso politico e ideologico è tale da far arrivare Angelo Viro ad essere Vicepresidente del MAIE, braccio destro di Ricardo Merlo, fondatore del movimento.
“Ho rifiutato poltrone e casacche politiche a Roma per stare qui, in prima linea, a costruire un futuro per la comunità italiana, a costruire il futuro delle comunità italiane all’estero”, commenta Viro. “Ho detto no quando bisognava dire di no e ho scelto il MAIE perchè rappresentava appieno tutto ciò in cui credo. Da quando ho iniziato anch’io a far parte di questa comunità ho sempre difeso gli interessi degli italiani all’estero con la forza e la tenacia tipica di noi quelli che hanno lasciato la loro vita in Italia per andare a vivere in un altro Paese”.