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22:01pm16 Settembre 2022 | mise à jour le: 16 Settembre 2022 à 22:01pmReading time: 4 minutes

Angelo Viro: il programma politico del MAIE al servizio delle comunità di italiani in America

Angelo Viro: il programma politico del MAIE al servizio delle comunità di italiani in America
Photo: Foto cortesiaAngelo Viro, candidato alla Camera per il MAIE nella circoscrizione Nord e Centro America

Gli italiani all’estero priorità assoluta per l’unico Movimento Politico che nasce per far rispettare i diritti degli italiani all’estero

 

Il MAIE rivendica il ruolo degli italiani all’estero come i veri ambasciatori dell’Italia all’estero: consumiamo prodotti italiani; nelle attività che imprendiamo cerchiamo sempre di rifornirsi da imprenditori italiani; conserviamo al massimo le tradizioni dei nostri luoghi di origine, la lingua, la cultura e la gastronomia italiana, dentro e fuori le mura delle nostre case.

Noi italiani all’estero siamo i veri ambasciatori dell’Italia all’estero, eppure i partiti romani ci lasciano sempre fuori dai loro discorsi propagandistici. In molte comunità, quindi, si è radicato un sentimento di distacco dalla madrepatria, non ci si sente rappresentati.

Noi italiani all’estero siamo una risorsa e un valore aggiunto di grande importanza per tutta la nazione e abbiamo bisogno di qualcuno che ci rappresenti nel migliore dei modi, qualcuno che tenga conto delle nostre necessità e si preoccupi di far rispettare i nostri diritti.

 

Un programma per rappresentare tutti 

Il MAIE è l’unico movimento politico che nasce da italiani all’estero con il preciso scopo di rappresentarli.

La sua natura si radica nell’associazionismo: provenire da questo mondo ci ha permesso di avere un’identità chiara orientata al servizio degli altri e fare una politica che apporti benefici alle comunità.

In Sud America già si è data grande prova della differenza che comporta avere all’interno del Parlamento un rappresentante diretto delle comunità italiane all’estero. Ogni volta che si è avuta l’esigenza di risolvere situazioni particolari o delle crisi, infatti, avere un corrispondente ha dato la possibilità di far conoscere le problematiche e, di conseguenza, di trovare soluzioni più o meno immediate a supporto delle comunità. Ora anche in America Settentrionale e Centrale si sta iniziando a percepire una differenza: la riapertura del consolato di Newark, il progetto di istituire sportelli dedicati all’ascolto delle necessità degli italiani sul territorio, sono solo i primi segnali del nostro impegno in tutto il continente americano.

Qui c’è la grande differenza con il votare il MAIE: i partiti politici romani si occupano della politica italiana e quindi chi viene eletto viene assorbito dal sistema partitico e spesso si ritrova a votare anche cose che vanno contro gli interessi dei suoi elettori, perdendo completamente la libertà e l’opportunità di poter fare la differenza.

 

I diritti degli italiani all'”estero: consolati e cultura 

Chiediamo a gran voce un governo centrale che inserisca finalmente nella sua agenda politica un capitolo sugli italiani all’estero.

Le problematiche che interessano gli italiani all’estero sono varie e molto diverse da quelle che interessano gli italiani che risiedono nei confini nazionali. Una delle necessità più diffuse riguarda l’apertura di nuovi consolati in quelle zone ad alta concentrazione di connazionali che, nonostante i grandi numeri, restano sfornite dei servizi.

Uno dei principali obiettivi del MAIE, infatti, è ampliare la rete consolare e puntare proprio su questi organi per rafforzare la presenza sul territorio. La scelta di puntare sui consolati piuttosto che sulle ambasciate è dettata dalla considerazione che questi assolvono il ruolo amministrativo di erogare i servizi di primaria importanza per gli italiani all’estero.

Parallelamente, c’è da dare sostegno alle comunità italiane che si sono stabilite fuori dalla nazione. In sostanza, ci vogliono più fondi per creare nuove organizzazioni e mantenere quelle che già ci sono. Bisogna investire non solo su scuole e università, con borse di studio e progetti di scambio, ma anche sulla stampa, sull’arte, sulle tradizioni regionali che gli immigrati hanno esportato con loro: tutto questo entra sotto la dicitura di cultura e merita di essere rispettato e protetto.

In nome dell’italianità, in nome del Made in Italy, in nome di un’identità nazionale che ha radici profonde, le comunità italiane chiedono a gran voce di uscire dall’ombra in cui la politica dei partiti romani le ha relegate.

Più fondi per la cultura, più fondi per il commercio e l’imprenditoria; incrementare i servizi, diversi a seconda delle regioni. Valorizzare le istituzioni locali riconosciute dal governo italiano, i comites per la parte sociale, il CGIE per gli aspetti normativi, le camere di commercio per le regolamentazioni economiche, gli istituti di cultura per quelli identitari. Ci sono già molte strutture che, in teoria, supportano gli italiani all’estero, ora bisogna renderle efficaci anche nella pratica.

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