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19:11pm15 Marzo 2023 | mise à jour le: 15 Marzo 2023 à 19:11pmReading time: 4 minutes

Un campione, una ricetta: Gianni Rivera, il “Golden Boy” meneghino e il risotto alla milanese

Un campione, una ricetta: Gianni Rivera, il “Golden Boy” meneghino e il risotto alla milanese
Photo: Foto cortesia Alex ZiccarelliRisotto alla milanese

di Alex Ziccarelli, chef a Toronto e vicepresidente dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani del Canada (APCI. Sito web: https://apcicanada.com/)

È con quasi una certa dovuta devozione che oggi mi accingo a parlare di Gianni Rivera, soprannominato il “Golden Boy” italiano dai giornali inglesi, artista ineguagliato della pedata italica e giocatore del Milan per quasi tutta la sua carriera, dopo aver militato inizialmente nella sua squadra locale dell’Alessandria.

Campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970, nasce nel sobborgo di Valle San Bartolomeo di Alessandria due anni prima della fine della guerra, nel 1943, da padre ferroviere e madre casalinga, un fratello e, più in là, due compagne dalle quali ha avuto 3 figli. Uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi, il primo italiano a vincere il Pallone d’oro nel 1969, soprannominato “Abatino” da Gianni Brera, decano del giornalismo sportivo italiano, e rivale, sul campo, dell’altro capitano di Milano, Sandro Mazzola, di fede nerazzurra.

A soli 18 anni il “bambino d’oro” viene convocato in nazionale e vince anche il suo primo scudetto con il Milan, arrivando secondo al Pallone d’oro del ‘63 dietro ad un certo Jascin.    Famoso anche per la cosiddetta staffetta, voluta dall’allora tecnico della nazionale Valcareggi, con appunto il capitano interista Sandro Mazzola nel mondiale del 1970, dove arriva, con i compagni “messicani”, secondo solo al Brasile di Pelè, dopo però essere stato protagonista dello storico goal del 4-3 nella semifinale contro la Germania. Capitano del Milan fino al ‘79, anno del suo ritiro dal calcio giocato e del suo successivo ingresso nella politica nazionale a Roma, il “golden boy”, oltre alla partecipazione a 4 mondiali, vince con la squadra rossonera 3 scudetti, 4 coppe Italia, 2 coppe dei campioni, 2 coppe delle coppe e 1 coppa intercontinentale e, addirittura, 1 titolo di caponnoniere, lui regista, seppur in coabitazione con Savoldi e Pulici.

Gianni Rivera

“Golden boy” per la stampa inglese, “Abatino” per Gianni Brera, forse per la gracilità del suo aspetto giovanile, due celebri soprannomi che l’hanno accompagnato in tutta la sua carriera svolta, si può dire, esclusivamente nel capoluogo milanese, dove di lui non si possono non ricordare i lanci precisi e quasi millimetrici, i suoi dribbling lenti ma implacabili e i suoi goals fantastici ed eleganti, patrimonio non solo del calcio meneghino e italiano ma anche del calcio mondiale. Una menzione particolare va a colui che, da allenatore, ha contribuito alla crescita e alla trasformazione del nostro “Golden boy”, probabilmente, nel più grande calciatore italiano di tutti i tempi: Nereo Rocco. “Golden boy”, bambino d’oro, Milano, tutto ci porta ad un piatto simbolo, per storia e colore, del capoluogo lombardo, il risotto alla milanese.

Ed ecco a voi la ricetta tradizionale, appunto, del celebre risotto a base di zafferano. Il risotto alla milanese preparato con la ricetta originale antica è un primo piatto cremosissimo, tradizionale della cucina lombarda: il famoso risotto giallo che, nella ricetta originale, prevede anche l’utilizzo del midollo di bue sbriciolato. Il risotto col midollo è naturalmente molto più saporito, e non è un caso che nella tradizione si vuole che il risotto alla milanese si accompagni all’ossobuco.

 

Ingredienti (x 4 persone):

300 gr. riso vialone nano

2 bustine zafferano

1 cipolla

100 gr. burro

q.b. Grana Padano DOP (circa 50-80 gr.)

4 cucchiai di midollo di vitello sbriciolato (facoltativo)

q.b. olio di oliva

q.b. brodo di manzo (o vegetale)

q.b. sale

 

Preparazione:

Grattugiate la cipolla ed imbionditela in olio extravergine di oliva e una noce di burro. Se vi  piace, a questo punto si può aggiungere il midollo di bue.

Si fa rosolare anche il midollo e poi si aggiunge il riso. Altrimenti si può saltare il passaggio dell’aggiunta del midollo. Aggiungete quindi il riso e tostatelo mescolando spesso per evitare che si bruci.

Incorporate nel riso un paio di mestoli di brodo di carne (o brodo vegetale) bollente e aggiungete anche lo zafferano, mescolate bene in modo da sciogliere lo zafferano nel brodo.

Continuate la cottura del riso mescolando spesso in modo da aiutare il riso a tirar fuori il proprio amido. Sarà poi l’amido che renderà il risotto alla milanese ancora più cremoso.

Quando il risotto alla milanese sarà cotto, toglietelo dal fuoco, aggiungete un altro mestolo di brodo, il burro e il grana padano grattugiato e mantecate il risotto mescolando continuamente in modo da sciogliere i formaggi. Aggiustate di sale se necessario.

Prima di portarlo in tavola fate riposare il risotto alla milanese tradizionale per un paio di minuti.

 

 

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