Il presepe della “speranza” del notaio Giuseppe Decobellis

Il notaio Giuseppe Decobellis davanti al suo presepe

«È la prima volta che faccio un presepe così grande, un presepe che occupa una buona parte del mio salone. È lungo 13 piedi (quasi 4 metri) e largo 7 (poco più di 2 metri)».

«Per farlo, così come per mettere tutte le altre decorazioni di Natale sia all’esterno che all’interno della casa, ho iniziato – spiega il notaio Giuseppe Decobellis – a lavorarci sopra con mia moglie Franca il 13 novembre. Oltre un centinaio di ore di lavoro, la sera e i fine settimana, ma ne valeva veramente la pena. Perché?

Perché – afferma – volevo “sfogarmi” in qualche modo e allo stesso tempo volevo dare un messaggio di speranza. Quest’anno mi sono dovuto occupare di tanti clienti che hanno avuto, purtroppo, a che fare con il Covid, che hanno avuto dei parenti o degli amici deceduti a causa della pandemia. Li ho visti soffrire e piangere nel mio ufficio e mi sono detto che facendo un presepe più grande e più bello avrei potuto portare un messaggio di speranza alla nostra cara comunità italiana e a tutta la popolazione. Spero che la luce di questo presepio possa illuminare e riscaldare i cuori di coloro che hanno sofferto e che hanno vissuto questi momenti difficili. È un messaggio di pace: sono sicuro che gli angeli lassù illumineranno il vostro e il nostro cammino».

Nel presepe del notaio Decobellis, sovrastato dal grande albero di Natale, ci sono ben 4 treni in miniatura che circolano, casette illuminate, personaggi vari, scene invernali, alberi, fontane, chiesette, mulini, giostre e tantissima ovatta a simulare la neve. Nell’angolo destro, un po’ più distante dal resto del villaggio, a voler sottolineare la differenza tra la parte “profana” e la parte “sacra” del presepe si trova la capanna tradizionale di Gesù Bambino.

La capanna di Gesù Bambino

«La cosa più difficile – aggiunge – è stato fare tutte le connessioni elettriche, nascondere i fili e trovare il modo per far passare i binari in modo che non si intreccino tra di loro. Non sono né un ingegnere, né un elettricista ma – ride il notaio – me la sono cavata lo stesso! Il problema sarà smontare e riporre tutte queste cose ma ci penseremo dopo!

Nel seminterrato della casa ci sono altri alberi di Natale e un altro presepe «che aveva fatto mia madre più di 70 anni fa. Mi ha ispirato – conclude il notaio – e mi ha datto la voglia di fare quello del salone ancora più grande e più bello».

 

 

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