Juventus campione d’Italia: 33/o scudetto, è il sesto consecutivo

15:31 23 Maggio 2017

Campioni con un turno di anticipo. Allegri: il mio futuro è la finale di Cardiff

I giocatori della Juventus festeggiano la vittoria dello scudetto al termine della partita contro il Crotone

ANSA

Ansa – La Juventus si è laureata campione d’Italia per la 33ma volta, la sesta di fila. I bianconeri hanno battuto domenica scorsa allo Stadium il Crotone 3-0, portando a 4 punti il vantaggio sulla Roma, 2/a, a una giornata dal termine.

“Bisogna fare i complimenti in primis a quei giocatori che hanno vinto i sei scudetti di fila, sono loro che entrano nella storia. E alla società, che assieme alla squadra ha fatto cose straordinarie. Marotta dice che la permanenza in bianconero dipende da me? Dipende da entrambi: io sono molto contento di essere alla Juve. Ora dobbiamo focalizzarci sul giocare, e possibilmente vincere, la finale di Cardiff”. Massimiliano Allegri, ai microfoni di Premium Sport, si gode così lo scudetto con la testa alla finale di Champions.

“Abbiamo scritto delle belle pagine che entrano nel libro della storia del calcio. Vincere non è mai facile: al di là delle parole che si dicono, stare in alto è sempre sinonimo di sacrificio e abnegazione da parte di tutti”. Lo ha detto un emozionato Gigi Buffon poco dopo il fischio finale di Juventus-Crotone, match che ha consegnato il sesto scudetto consecutivo ai bianconeri. “Se si vuole vincere le gare – aggiunge – bisogna sempre avere la testa e le gambe giuste”.

“Passione, umiltà è cattiveria… domani più che ieri. Leggenda”. E’ essenziale il tweet del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che commenta così lo scudetto bianconero.

 

Nel segno di Allegri

   

Sei scudetti consecutivi, un ciclo vincente che non era mai riuscito a nessuno nel campionato italiano. La Juventus ha compiuto un’altra impresa storica, anzi “leggendaria”, come l’hanno sempre definita i vertici del club bianconero, fin quando era ancora un sogno e un obiettivo. Il “primo obiettivo stagionale” dichiarato di Allegri.

I botti di mercato – da Higuain pagato 90 milioni al Napoli, a Dani Alves, da Pjanic a Pjaca e Benatia – hanno potenziato lo squadrone che pure nell’estate aveva perso Pogba e Morata. Tanti assi, tecnica e fisicità, ma anche un gruppo senza crepe e sempre affamato di successi; difesa inossidabile, attaccanti di razza, la classe cristallina di Dybala, che si è rivelato un fuoriclasse, e la potenza di Higuain, la capacità di farsi scivolare addosso le polemiche esterne, il carisma e la professionalità di Buffon e Bonucci, la guida sicura di Allegri: sono gli ingredienti di una superiorità a tratti schiacciante.

La svolta, tuttavia, è stata il cambio di modulo, il 4-2-3-1 escogitato da Allegri dopo il capitombolo di Firenze, il quarto stop stagionale. “Era il momento di cambiare, di essere meno conservatori”, spiegò il tecnico. Un modo per trovare la collocazione ideale per Pjanic, che da trequartista non ingranava, e di far giocare sempre, e insieme, Higuain, Dybala, Mandzukic e Cuadrado. Gli esterni del terzetto dietro il ‘Pipita’ sono stati fondamentali nella fase difensiva e nel soffiare palloni agli avversari.

Poche pause, dalla quale però la Juventus è sempre stata velocissima a rialzarsi. Come ha saputo risolvere con brillantezza l’unico caso stagionale, il battibecco tra Allegri e Bonucci nel finale di Juventus-Palermo, culminato con la decisione del tecnico di punire il difensore mandandolo in tribuna nell’andata degli ottavi di Champions a Oporto.

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