Calcio
20:55pm27 Luglio 2020 | mise à jour le: 27 Luglio 2020 à 20:55pmReading time: 5 minutes

Juventus campione d’Italia, Sarri: “Vinto nonostante me”

Ansa – La Juventus è campione d’Italia per la stagione 2019-2020, con due giornate di anticipo sulla fine del campionato, grazie al successo dper 2-0 sulla Sampdoria, con reti di Cristiano Ronaldo e Bernardeschi.

Quello della Juventus è il 36/o scudetto della sua storia, il nono consecutivo. Negli spogliatoi dell’Allianz Stadium è subito partita la festa, tra i più scatenati c’è Maurizio Sarri: il tecnico è stato prima imbrattato con lo spray da barba da Cuadrado, poi ha stappato e bevuto lo spumante. E’ il suo primo titolo da allenatore in Italia, così come è il suo trofeo sulla panchina della Juventus dopo le sconfitte in finale di Supercoppa Italiana e di coppa Italia, rispettivamente contro Lazio e Napoli.

“E’ uno scudetto dal sapore forte, particolare: vincere è difficile, e continuare a farlo diventa sempre più complicato. Quando nello sport si dà qualcosa per scontato è una delle maggiori bugie del mondo. Stare così tanto ad alto livello non è certo una passeggiata, e trovare le motivazioni per andare avanti dopo aver vinto tanto non era facile, né scontato”. Così Maurizio Sarri, racconta le sensazioni che prova dopo aver vinto il suo primo scudetto. “E’ stato un campionato particolare – dice ancora Sarri -, durissimo, faticosissimo. Averlo vinto con due giornate di anticipo è un merito. Sono andato via prima del fischio finale per paura della secchiata, ho preferito aspettarli dentro, però mi hanno preso lo stesso”.

Poi una battuta su due giocatori decisivi per il nono scudetto consecutivo. “Cristiano Ronaldo e Dybala sono due fuoriclasse assoluti, fanno la differenza – dice Sarri – ed è chiaro che lo scudetto è in gran parte merito loro.

Per le loro caratteristiche non è facile farli convivere, ma alla fine ci siamo riusciti. Ma la costante di tutto è la società, il presidente è un grande personaggio che ci sta vicino soprattutto nelle sconfitte, e ci dà la benzina. I dirigenti sono sempre presenti agli allenamenti, e ci puoi parlare: la società è una componente importante”. “Qui bisogna entrare in punta di piedi – aggiunge Sarri – e cominciare piano piano a cambiare le cose che per te non vanno, non puoi farlo di punto in bianco: secondo me sarebbe anche poco intelligente.

Il Lione? Per un giorno non ci voglio pensare, spero solo di non perdere Paulo (Dybala, infortunatosi con la Samp n..d.r.) per strada”. Infine una battuta: “cosa ho detto ai ragazzi nello spogliatoio? Che se avevano vinto con me, allora sono proprio forti”.

 

La Nona sinfonia della Juve diretta sempre Ronaldo

Un’altra perla nella collana di scudetti della Juventus, il nono consecutivo, che porta il totale a 36 o 38, come rivendica il club bianconero che considera suoi i titoli cancellati da ‘Calciopoli’. Il primo tricolore di Maurizio Sarri, dopo il tris di Conte la cinquina di Allegri. L’ennesimo trionfo, piagando la concorrenza ancora una volta non troppo convinta, o non all’altezza di insidiare la leadership bianconera, l’Inter e la Lazio costrette ad ‘accontentarsi’ del biglietto per la Champions. Secondo scudetto italiano per Cristiano Ronaldo, dall’alto dei suoi oltre 30 gol e del carisma sempre determinante. Uno scudetto di Sarri ma senza il ‘sarrismo’, progetto di gioco abbandonato dal tecnico strada facendo per adattarsi alle caratteristiche della rosa bianconera, non più così abbondante per una serie di infortuni, a cominciare da Chiellini, già fuori gioco a fine agosto, ma anche Khedira, Demiral, Douglas Costa, DeSciglio, ma anche per la cessione di Emre Can.

Un titolo messo in cassaforte con la ripartenza lanciata, grazie a un calendario ‘amico’ alla ripresa del campionato a giungo: poker di vittorie, con Bologna, Lecce, Genoa e Torino, dopo la delusione della Coppa Italia persa ai rigori contro il Napoli. Poi la piccola frenata, gli affanni e le difficoltà contro le squadre più in forma del momento, il Milan (da 2-0 a 2-4, “blackout inspiegabile”, per Sarri), l’Atalanta e il Sassuolo, prima dell’allungo definitivo, complici il crollo della Lazio e i risultati altalenanti dell’Inter, con l’Atalanta troppo tardi a ridosso della zona-scudetto. Qualche nodo tattico difficile da risolvere, la consistenza di Ronaldo e Dybala, il dilemma tra la formula del tridente o l’assetto con il trequartista, il rendimento non soddisfacente di alcuni, Bernardeschi, Rabiot, Ramsey, la difesa non più insuperabile come ai tempi della BBC, il Pjanic discontinuo, e in partenza, non hanno fermato l’ennesima marcia tricolore dei bianconeri, iniziata ad agosto con Sarri costretto a casa dalla polmonite e sostituito in panchina dal vice Martusciello, nelle prime due partite, l’1-0 di Parma firmato da Chiellini e il pirotecnico 4-3 sul Napoli all’Allianz Stadium, con i bianconeri in volo sul 3-0 e poi raggiunti, prima dell’autogol decisivo di Koulybali al 92′. Un segnale che la stagione sarebbe stata un po’ più difficile delle altre, lontana dai record di punti e di gol subiti, ma comunque vincente. Il primo colpo alla concorrenza è stato il braccio di ferro vinto contro l’Inter alla settima giornata, con ilo zampino di ‘Pipita’ Higuain, un mese più tardi la piccola crisi con CR7, sostituito al 55′ e in ‘fuga’ dallo stadio. Un caso, legato a un piccolo infortunio del fuoriclasse portoghese, rientrato dopo la rigenerante parentesi con la nazionale lusitana. Ronaldo in tribuna a Bergamo ma Juve vittoriosa in rimonta, dopo la sfuriata della Dea, grazie alla coppia Dybala-Higuain. Qualche battuta a vuoto, 2-2 casalingo con il Sassuolo, la netta sconfitta all’Olimpico con la Lazio, ripetuta a fine 2019 nella Supercoppa italiana giocata a Ryad.

Ma a inizio 2020 la Juve è ripartita di slancio, mettendo sotto Cagliari, Roma, Udinese, Parma, prima del periodo forse più difficile, con due sconfitte senza attenuanti in tre partite, a Napoli e Verona. Ma prima dello stop per il lockdown, i bianconeri hanno messo le cose a posto, con il 2-0 sull’Inter nell’Allianz Stadium deserto, che li ha riportati in testa prima del lunghissimo stop del campionato. Al ritorno in campo, i bianconeri hanno sfruttato le partite più facili e scavato quel solco di nuovo incolmabile verso l’ennesimo scudetto, diventato vicinissimo grazie al 2-1 sulla Lazio, con il marchio di Cristiano Ronaldo.

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