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20:55pm23 Giugno 2022 | mise à jour le: 23 Giugno 2022 à 20:55pmReading time: 4 minutes

Siccità: sul Po non si naviga più, anche a Roma giù i bacini

Siccità: sul Po non si naviga più, anche a Roma giù i bacini
Photo: iStockIl fiume Po in secca nei pressi di Pavia

(NoveColonneATG) Roma – Al Nord è allarme Po, al Centro torna in difficoltà il bacino del lago di Bracciano. Non accenna a calare il caldo, anomalo per il mese di giugno, e con esso l’allarme per l’agricoltura e i bacini idrografici italiani.

Al punto che il governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha lanciato un allarme, chiedendo una regia nazionale sull’acqua, che darebbe “maggior potere anche nei confronti delle riserve d’acqua del territorio che sono i bacini idroelettrici e permetterebbe di superare la regola della captazione dell’acqua dei fiumi”. Intanto l’Agenzia interregionale per il fiume Po visto il basso livello dei fondali, inferiori ai 50 centimetri di acqua, sconsiglia la navigazione a motore sul fiume.

Secondo l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico del Po, le previsioni meteorologiche a breve termine non evidenziano particolari precipitazioni, salvo locali ed occasionali rovesci e/o temporali attesi per il prossimo fine settimana. Le temperature risulteranno stazionarie o in ulteriore lieve aumento, superiori ai valori tipici del periodo. È dunque attesa una progressiva riduzione dei deflussi nelle principali sezioni del fiume Po. In tutte le stazioni di monitoraggio si registrano portate confrontabili o al di sotto dei minimi storici.

Particolarmente in crisi la sezione di chiusura del bacino di Pontelagoscuro con una portata che venerdì 17 giugno risultava esser di 230 m3 /s, in forte riduzione fino al valore odierno al di sotto di 200 m3 /s. Tutte le sezioni di misura si trovano in una condizione di severità estrema. Sull’asta del fiume Po viene evidenziata la difficoltà di prelievo irriguo, di raffreddamento delle centrali termiche e soprattutto idropotabile nel tratto terminale dell’asta fluviale.

In sofferenza anche il lago Maggiore, che ha un riempimento al 20% con un livello a Sesto Calende di -13,5 cm in discesa rispetto ai valori della precedente settimana.

Analoga situazione anche nel lago di Como con un riempimento del 18% ed un livello di -9 cm sullo zero idrometrico, entrambi prossimi ai minimi di regolazione (rispettivamente -0,50 cm e -0,40 cm). Stabile il Garda con un riempimento al 60%.

In relazione agli invasi idroelettrici lombardi, la Regione Lombardia ha comunicato di voler effettuare rilasci aggiuntivi giornalieri di circa 5 milioni di m3 /giorno nei bacini dell’Adda, Oglio, Brembo e Serio. Analoga possibilità sarà valutata anche per gli invasi idroelettrici svizzeri ricadenti nel bacino afferente al lago Maggiore.

 

La situazione a Roma

Ma scendendo più a sud, anche il il fiume Tevere e il lago di Bracciano sono in sofferenza. la stazione idrometrica di Roma Ripetta ha registrato un valore al di sotto dei 5 metri rispetto al livello di guardia. Ciò determina un rischio per la navigazione nel tratto urbano del fiume. E la Società Italiana di Geologia Ambientale avvisa che “l’assenza di disponibilità idrica ha degli impatti importanti per i suoi usi civici, agricoli ed industriali ma anche sulla biodiversità. Per gli impatti sulla biodiversità la storia ci insegna che dopo un lungo periodo di siccità con la prima pioggia si verifica la moria di ingenti quantità di pesci nel fiume Tevere”.

Al fine di scongiurare il ripetersi di crisi di emergenza idrica, la Sigea suggerisce una serie di iniziative, tra cui incrementare gli investimenti per la manutenzione della rete idrica; attuare un adeguamento gestionale e tecnico delle infrastrutture idrauliche al mutare delle condizioni climatiche e demografiche al fine di ridurre la dispersione nelle reti di distribuzione; aggiornare il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti (PRGA); ottimizzare i fabbisogni e i consumi idrici passando prioritariamente attraverso un’attenta valutazione e un consapevole utilizzo delle acque sotterranee; inserire nei regolamenti edilizi il concetto di risparmio idrico; approvare piani di monitoraggio e tutela degli ecosistemi più sensibili ai cambiamenti climatici sul territorio.

 

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